Appena entro nella sua casa, Vito mi raggiunge sulla porta, mi dà una sberla e mi ordina di spogliarmi. E’ quello che succede sempre e l’avevo anche anticipato a Bledar, il mio giovane amico albanese aspirante marchetta che voleva vedere dal vivo una mia sessione di sottomissione, ma lo stesso la cosa lo sbalordisce e lo imbarazza: arrossisce fino alle orecchie. Vito è massiccio autoritario, ruvido. Una bomba sexy (come si vede dalla foto). Squadra anche Bledar con aggressività. “Muoviti troia ho bisogno di svuotarmi“, non sono ancora del tutto spogliato e mi spinge la faccia sul suo gonfiore. Bledar è seriamente spaventato. Ha provato qualche volta con me a fare il bulletto ma non gli riesce bene. Anche nella vita: al primo tentativo di furtarello trascinato da suoi connazionali stronzi è stato preso e rimandato in Albania. Questo due anni fa, è tornato da poco e quando incontrandoci la prima volta gli ho chiesto di pisciarmi in bocca siamo entrati in argomento sottomissione e si è mostrato subito molto interessato all’idea che ci fossero in giro moltissime latrine umane che lo avrebbero pagato solo per leccargli i piedi o appunto farsi pisciare in bocca. Io intanto sto lavorando l’arnese ragguardevole di Vito. Anche qui Bledar si turba, il suo cazzetto è forse la metà, in effetti. E’ bello e simpatico, ma non si può dire sia uno stallone. Non ha neanche l’attitudine nervosa e incazzosa di tanti suoi connazionali, che comunque spesso è tutta scena e fanno fatica a darti una sberla che si distingua chiaramente dalle carezze. Vito mi tiene per le orecchie e mi svanga la gola come gli piace fare usandomi senza preoccuparsi minimamente di farmi male o del mio respiro, guardando Bledar con insistenza come a dire “così si fa, hai capito coglione?“. La mia proposta di un incontro didattico aveva divertito Vito, che poi guardando le foto di Bledar sul suo profilo FB si era definitivamente convinto. “Ma sì dai portalo“. Ed eccoci qui. Mi piace fare l’attrezzo didattico.
Per fortuna Vito vuole un po’ riposare il cazzo, perché la mia gola non ce la faceva più, così si gira e devo leccargli accuratamente il buco del culo. Bledar impallidisce. Ho provato una volta a leccare anche il suo culetto morbido e teso (l’ho detto che ha 22 anni?) ma la cosa non gli piaceva, anzi, lo disgustava e soprattutto non lo considerava atto di sottomissione come invece Vito, che giustamente ne gode e che sento spingere per scoreggiarmi in faccia. Quando ci riesce, prroot!, Bledar è semplicemente atterrito. Non ha l’inclinazione del dominante, povero caro. Il suo pallore è di ispirazione a Vito, a cui piace dare spettacolo e ride di gusto. La situazione lo stimola e ci va giù più pesante del solito con le sberle, gli sputi e gli insulti, finché mi mette a pecorina e praticamente gli ordina di mettermi il cazzo in bocca mentre lui mi sfonda dietro. Il povero piselletto di Bledar è a riposo, mi ci vuole un sacco a farglielo crescere mentre Vito mi incula con determinazione e ridendo del suo imbarazzo. Ho già capito cos’ha in mente, ma del resto anche io immaginavo che potesse andare così. Vito accelera il ritmo, ora i suoi colpi decisi in culo mi mandano contro il cazzo di Bledar , che mi entra a ritmo in gola. Sento che si guardano sopra di me mentre Vito mi dà anche sberle sulla nuca. Non ce la faccio più spruzzo sul pavimento con un lungo lamento, che fa indurire un po’ il cazzo di Bledar. O forse lo indurisce il fatto che ha capito anche lui cosa vuole fare adesso Vito che è uscito dal mio culo e ha tolto il preservativo che si era messo. Attira a sé Bledar, lo bacia e poi mi spinge via, “lecca via la tua sborra, latrina“, tira giù la sua testa sul suo cazzo e, come immaginavo, Bledar lo prende subito in bocca senza storie e comincia a pompare, è l’unica marchetta albanese di mia conoscenza che una volta ha voluto provare a leccarmi il cazzo, per capire se reggeva, avevo pensato, nel caso di un cliente solo attivo. Ci dà dentro la troietta, mi sembra mentre lecco tutte le gocce del mio sperma. Vito ride lo gira e comincia a aprirgli il buco con le dita, “senti senti, che figa soda, mica come la tua fogna spanata e fradicia” Bledar evita di guardarmi ma lo capisco dall’odore che ha voglia di prenderlo quanto me, si mette da solo in posizione, è il primo cazzo che gli entra dentro trasalisce, ah ahhh, chissà che bello essere sverginato da un cazzo come quello di Vito, se lo sta godendo tutto, che vacca, che invidia. Lo monta con sicurezza e quasi con gentilezza, che sensibile il mio padrone, senza fretta, se lo vuole godere con calma. Lo cavalca per un buon quarto d’ora, adesso è il puledro che è sfinito, perciò gli suggerisco “stringi le chiappe Bledar”, che mi ascolta, e infatti il padrone si scarica tutto nello sfintere della mia marchetta albanese, ora molto più completa come servizio. “Non toccarti tu, vacca, se vuoi puoi leccare quello che gli esce dal buco“.
Approfitto subito, è il caso di dire dulcis in fundo!